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Di fronte al paese, l’isola Martana, territorialmente appartenente al Comune di Marta, è la più piccola e la più aspra delle due isole del lago di Bolsena. Ha forma di mezzaluna e superficie di 0,10 kmq. Nella parte bassa è amena, ricca di piante e vegetazione; nella parte alta è, invece, brulla e sassosa, con gli scogli che si ergono dandole l’aspetto di una rupe scoscesa, che raggiunge i 70 m sul livello delle acque.

Nella parte posteriore la parete è dritta e dominata sulla sommità da una torre di pietra ormai diroccata. In questa zona le acque raggiungono una profondità di 150 metri.

L’isola è attraversata da una galleria il cui fondo è modellato a gradini tagliati nella viva pietra.

L’isola è anche ricca di storia millenaria e di memorie illustri. Qui, intorno al 303 d.C., sotto Diocleziano, avrebbe subito il martirio Cristina, la figlia di Urbano prefetto di Volsinii (Bolsena);  nel 535 d.C. l’isola fu teatro del barbaro assassinio della regina dei Goti Amalasunta; proprietà di Papa Pasquale I; Comune indipendente dalla metà del XIII sec. Contesa per tutto il Medioevo tra fazioni imperiali e papali, ha visto la presenza di personaggi illustri: Matilde di canossa, Pio II, Ludovico il Bavaro, l’Albornoz, i Farnese….Fu sede di due monasteri Benedettini e dopo l’unità di Italia pervenne in mani private. All’inizio del sec. XX vi furono costruite due ville.

La vicenda di Amalasunta

Amalasunta, unica figlia di teodorico, re degli Ostrogoti, fu una donna di grande cultura e intelligenza. Morto il padre, nel 526, il figlio di lei, Atalarico, fu designato erede al trono. Data la sua minore età, Amalasunta assunse la reggenza del regno, adottando una politica che mirava a tenere unite le due componenti etniche del regno: quella barbara e quella romana. Alla morte del figlio, avvenuta, a fronte di una vita sregolata, il 2 ottobre 534, ella tentò di mantenere il potere associando al trono, dopo averlo sposato, il cugino Teodato. Dopo il matrimonio, invece, Teodato assunse pieni poteri e con l’appoggio degli Ostrogoti mirava ad eliminare Amalasunta.  La regina fu vittima di un’imboscata durante un viaggio che l’avrebbe dovuta portare a Roma. Fu rapita e, con una barca, trasportata all’isola martana dove restò segregata fino al 30 aprile 535, quando dei sicari la uccisero. Non si sa come avvenne: strangolata, pugnalata, gettata dall’alto della rupe dell’isola.